Memory card: l’evoluzione dalla flash alla scheda Micro SD

La memoria flash è un supporto di archiviazione elettronico compatto e ampiamente usato nei dispositivi più disparati. La sua particolarità è che si tratta di una memoria non volatile: può essere cancellata e scritta elettricamente e permette di archiviare dati per lunghi periodi di tempo senza che la scheda sia collegata a una fonte di alimentazione.

Esistono due tipi di memoria flash che si basano sulla la stessa tecnologia di base, ma viene impiegata in modi leggermente diversi per leggere e scrivere i dati: memoria flash NAND e NOR. Questa, però, non è l’unica differenza che intercorre tra le varie memorie Flash.

All’interno di questo articolo trovi una breve panoramica sull’evoluzione della memoria flash che include tutte le varie forme che ha assunto durante gli anni: dall’antica PC Card fino alla moderna scheda Micro SD.

La nascita della memoria flash

Sebbene il concetto di memoria flash sia nato dall’azienda Toshiba all’inizio degli anni ’80, il primo formato di scheda di memoria per uso commerciale basato su questa tecnologia è apparso solo nel 1990.

Le PC Card (PCMCIA) sono i primi formati di schede di memoria commerciali. Si tratta di un dispositivo di archiviazione progettato per essere inserito in un PC (notebook o laptop) per l’espansione della memoria ed è stato sviluppato dalla Personal Computer Memory Card International Association (PCMCIA), da cui il suo nome.

Ai giorni nostri, le PC Card vengono ormai impiegate solo in applicazioni industriali e per collegare dispositivi come i modem.

La Multimedia Card (MMC)

Dopo la creazione delle Compact Flash I (CF-I) e II (CF-II) nel 1994 e della SmartMedia Card (SMC) nel 1995, nel 1997 l’americana SanDisk insieme a Siemens AG lanciarono la Multimedia Card (MMC).

Questi dispositivi di archiviazione sono disponibili tutt’oggi in dimensioni fino a 512 GB e vengono usati nell’elettronica di consumo. Dall’introduzione della scheda SD e Micro SD, le MMC hanno perso la loro popolarità, ma la versione “incorporata” eMMC è ancora ampiamente utilizzata come mezzo di archiviazione interna nei dispositivi portatili Android o Windows Phone.

La scheda Micro SD e la SD

La scheda Secure Digital (SD) è un formato di scheda di memoria sviluppato dalla SD Card Association (SDA) per l’uso nei dispositivi portatili. È stata introdotta nel 1999 come sforzo congiunto tra SanDisk, Panasonic (Matsushita Electric) e Toshiba, come miglioramento alle MultiMediaCard (MMC), e da allora è diventata lo standard del settore.

Nel 2003 sono poi apparse le schede Mini SD (simili alle precedenti, ma più piccole) che nel 2005 sono state soppiantate dalla scheda Micro SD, ancora più piccola è adatta per essere inserita negli smartphone di ultima generazione.

Prima della scheda Micro SD

Nel 2000, poco prima dell’invenzione della scheda Micro SD, il formato USB (Universal Serial Bus) viene rilasciato e venduto sul mercato commerciale da IBM e Trek Technology.

L’unità USB è un dispositivo di archiviazione dati “plug and play” che include una memoria flash con un’interfaccia USB integrata. Le chiavette USB vengono spesso usate per l’archiviazione, il backup dei dati e il trasferimento di file da un dispositivo all’altro.

Le chiavette sono supportate dai moderni sistemi operativi come Windows, Linux, macOS e altri sistemi simili a Unix, nonché da molti sistemi basati su BIOS.

Uno sguardo al futuro

Nel 2016, l’azienda coreana Samsung ha rilasciato la Universal Flash Storage (UFS): una memoria flash per fotocamere digitali e macchine fotografiche, telefoni cellulari e dispositivi elettronici.

Il suo scopo è quello di offrire una maggiore velocità di trasferimento dei dati e una maggiore affidabilità per l’archiviazione rispetto a quelli della memoria flash. La tecnologia UFS consente di scrivere e leggere i dati sulla memoria contemporaneamente e si dice che anno dopo anno stia sostituendo le eMMC e schede SD (che possono eseguire solo un’operazione alla volta).

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